Global Side Menu Width Placeholder

Contro la plastica nel Mediterraneo

Contro la plastica nel Mediterraneo

Sintesi tratta dall’articolo di Legambiente. Trovi il link per approfondire in fondo.

Il Mar Mediterraneo, pur essendo più piccolo degli oceani Atlantico e Pacifico, è uno degli hotspot di biodiversità più importanti al mondo. Tuttavia, è anche uno dei mari con la maggiore concentrazione di plastica. Questo fenomeno è in parte attribuibile alla presenza di legislazioni nazionali complesse e poco uniformi tra i vari paesi costieri. Per affrontare questa sfida, il progetto COMMON ha promosso l’adozione di politiche comuni tra le nazioni mediterranee, sottolineando l’importanza di un’azione congiunta e coordinata.

Il progetto COMMON: un approccio integrato alla gestione dei rifiuti marini

Avviato alla fine del 2019, il progetto COMMON ha coinvolto diverse organizzazioni e istituzioni di Italia, Tunisia e Libano, con l’obiettivo di contrastare la diffusione dei rifiuti marini nel Mediterraneo. Le attività si sono concentrate in cinque aree pilota: Maremma e Salento in Italia, Isole Kuriate e Monastir in Tunisia, e la riserva naturale di Tyre in Libano. Il progetto ha adottato un approccio partecipativo, coinvolgendo comunità locali e parti interessate, e ha sviluppato protocolli di monitoraggio comuni per valutare l’impatto dei rifiuti marini.

Risultati dei monitoraggi: l’impatto della plastica sulla fauna marina

I monitoraggi effettuati nel corso del progetto hanno fornito dati preoccupanti sulla presenza di plastica nel Mediterraneo. Su oltre 90.000 oggetti raccolti e analizzati lungo le spiagge, 17.000 (circa il 20%) erano mozziconi di sigaretta e 6.000 cotton-fioc. Inoltre, l’analisi di oltre 700 esemplari di pesci appartenenti a sei specie diverse ha rivelato che un pesce su tre aveva ingerito plastica. Anche le tartarughe marine sono state gravemente colpite: in più della metà degli esemplari analizzati sono stati trovati rifiuti plastici.

Iniziative di sensibilizzazione e collaborazione internazionale

Oltre alle attività di monitoraggio, il progetto ha promosso workshop, incontri con gli stakeholder e campagne di sensibilizzazione per coinvolgere le comunità locali nella lotta contro i rifiuti marini. Un esempio significativo di mobilitazione è rappresentato dall’iniziativa “Clean Up the Med”, che ha visto la partecipazione di 16 paesi e ha portato alla raccolta di dieci tonnellate di rifiuti, di cui il 90% costituiti da plastica.

Conclusione: la necessità di un impegno condiviso

La lotta contro l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo richiede un impegno condiviso tra tutti i paesi costieri. Il progetto COMMON ha dimostrato l’efficacia di un approccio integrato e partecipativo, evidenziando l’importanza di politiche comuni e di una collaborazione attiva tra istituzioni, comunità locali e organizzazioni ambientaliste. Solo attraverso azioni coordinate sarà possibile ridurre l’impatto dei rifiuti marini e proteggere la biodiversità unica del Mediterraneo.

👉 Leggi l’articolo completo su Legambiente

Related articles